24 giugno 2017. Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano

Per chiudere insieme la stagione prima della pausa estiva ANAI TOSCANA propone per sabato 24 giugno 2017 una gita sociale a Pieve Santo Stefano (Arezzo) per visitare al mattino l’Archivio dei diari e nel pomeriggio il Piccolo museo del diario. Saranno con noi Natalia Cangi, direttrice organizzativa,  e  gli archivisti che ci mostreranno i preziosi originali e ci illustreranno i loro ultimi progetti.

 

Archivio diaristico nazionale

Sotto forma di diari, memorie, epistolari, a centinaia arrivano ogni anno a Pieve Santo Stefano, il piccolo centro della Valtiberina toscana noto come Città del diario. L’Archivio diaristico nazionale, nato nel 1984 da una idea del giornalista e scrittore Saverio Tutino, è una istituzione culturale senza fini di lucro che li accoglie tutti, li legge, li scheda, li digitalizza e li mette a disposizione per ricerche, studi, sceneggiature, articoli, pubblicazioni. Un giacimento prezioso di testimonianze di persone comuni che hanno rappresentato e rappresentano tuttora, non la storia minore del nostro Paese ma la Storia di uomini e donne partecipi dei molteplici cambiamenti storico-socio-culturali e linguistici della società italiana ed europea negli ultimi due secoli.

http://archiviodiari.org/index.php/home.html

Piccolo museo del diario

Si chiama Piccolo, il museo del diario. Non solo perché piccolo lo è davvero , un percorso in quattro spazi, quaranta metri lineari che se percorsi senza soste, si fanno in meno di venti secondi. Si chiama piccolo per quel sapore di intimo e raccolto che contiene questo termine. Eppure nei suoi spazi ridotti, recuperati con caparbietà in un palazzo antico che con altrettanta caparbietà è scampato alla distruzione delle mine tedesche nell’agosto 1944, i mondi che si aprono ai visitatori sono grandi. Due stanze sono dedicate a deu opere che si distinguono fra le altre per potenza narrativa e invenzione di scrittura : una è quella del cantoniere ragusano autodidatta, Vincenzo Rabito, l’altra di una contadina mantovana, Clelia Marchi che una notte, non avendo più carta e avendo perduto l’amato Anteo, si mise a ascrivere nel lenzuolo più bello del suo corredo matrimoniale, tessendo un’opera memorabile divenuta simbolo della raccolta di Pieve.

https://www.piccolomuseodeldiario.it/it/